Basilica di San Marco



Basilica di San Marco
Foto:Jeroen Latour-Alcuni diritti riservati

Sottile amalgama di stili architetturali e decorativi d'Europa e d'Oriente, la Basilica di San Marco a Venezia é una delle costruzioni più grandiose al mondo, nonché il più noto esempio di architettura bizantina in Italia. L'ispirazione alle chiese di Istanbul si fa evidente nelle cinque enormi cupole e nei molti elementi di provenienza bizantina, come la Pala d'Oro o gli splendidi mosaici della facciata, i primi dei quali furono creati dagli artigiani della città sul Bosforo. Ben 4.000 metri quadri di superficie nella Basilica -cupole, muri, pavimenti- sono coperti da mosaici dorati e colorati.

La Basilica di San Marco é stata abbellita dai veneziani nel corso dei secoli, in particolari da ricchi mercanti e potenti politici, che hanno portato da luoghi remoti (ma sopratutto Oriente) manufatti preziosi ed opere d'arte. Attualmente conta moltissimi tesori, come i celebri cavalli di bronzo e oro, portati da Costantinopoli nel 1204 e posti al centro della balconata (ma oggi conservati nel museo della Basilica e sostituiti da delle copie), e la miriade di colonne, cuspidi e rilievi che compongono la straordinaria facciata.

La basilica si affaccia su Piazza San Marco ed è adiacente e collegata al Palazzo Ducale. Inoltre è la sede del patriarca di Venezia dal 1807 e contiene le spoglie di San Marco Evangelista.

Infatti, la prima Chiesa dedicata a San Marco fu costruita accanto a Palazzo Ducale nell'828 quando i mercanti veneziani acquisirono le reliquie di San Marco Evangelista da Alessandria d'Egitto. Questa chiesa venne subito sostituita da una nuova, sita nel luogo attuale e costruita nell'832; questa però andò in fiamme durante una rivolta nel 976 e fu quindi nuovamente edificata nel 978. La basilica attuale risale ad un'altra ricostruzione iniziata dal doge Domenico Contarini nel 1063, che ricalcò abbastanza fedelmente le dimensioni e l'impianto dell'edificio precedente.



Cupole della Basilica di San Marco
Foto:Pikaluk-Alcuni diritti riservati

Il bottino del sacco di Costantinopoli nel corso della Quarta Crociata (1204) arricchì il tesoro della basilica e fornì arredi di grande prestigio. Tra queste opere d'arte la più celebre è rappresentata dai famosi cavalli di bronzo dorato e argentato (di incerta origine) ma che furono presi dai Veneziani dall'Ippodromo della capitale dell'Impero Romano d'Oriente e posti sopra il portale della basilica. Nel fianco destro si trovano due pilastri finemente lavorati provenienti dalla basilica di San Polieucto. Arrivarono alla basilica anche preziosi materiali di spoglio (marmi, colonne e statue) nello stesso periodo vennero rialzate le cupole con tecniche di costruzione bizantine e fatimide, in modo che sossero visibili dalla piazza.

La piazza San Marco porticata venne disegnata nel XII secolo, e non è un caso l'analogia con Costantinopoli, dove il Palazzo Imperiale si trovava collegato a una grande basilica (Hagia Sophia) ed a un vasto spazio pubblico (l'Ippodromo).

L'attuale aspetto della basilica poté dirsi conclusa solo nel XIV secolo, ma nonostante ciò costituisce un insieme unitario e coerente tra le varie esperienze artistiche a cui è stata soggetta nel corso dei secoli.

La facciata marmorea risale al XIII secolo e vi furono inseriti bassorilievi ed una grande quantità di materiale di spoglio eterogeneo. Ciò diede la caratteristica policromia, che si combina con i complessi effetti di chiaroscuro dovuti alle multiformi aperture ed al gioco dei volumi. Le due porte di ingresso alle estremità vennero realizzate con timpani ad arco inflesso, di chiara ispirazione araba, forse volute anche per ricordare Alessandria d'Egitto, dove avvenne il martirio di San Marco.

La lunetta del portale centrale è decorata secondo l'usanza tipicamente occidentale in epoca romanica, con un Giudizio universale, incorniciato da tre archi scolpiti di diverse dimensioni, che riportano una serie di Profeti, di Virtù sacre e civili, di Allegorie dei mesi, dei Mestieri e di altre scene simboliche con animali e putti (1215-1245 circa). Questi rilievi mescolano suggestioni orientali e del romanico padano (quali le opere di Wiligelmo), ma vennero realizzati da maestranze locali.

La pianta della basilica è a croce greca con cinque cupole distribuite al centro e lungo gli assi della croce e raccordate da arconi (presenti per esempio nella chiesa dei Santi Apostoli dell'epoca di Giustiniano). Le navate, tre per braccio, sono divise da colonnati che confluiscono verso i massicci pilastri che sostengono le cupole; essi non sono realizzati come blocco unico di muratura ma articolati a loro volta come il modulo principale: quattro supporti ai vertici di un quadrato, settori di raccordo voltati e parte centrale con cupoletta.

Le pareti esterne e interne sono invece sottili, per alleggerire il peso dell'edificio sul delicato suolo veneziano, e sembrano quasi diaframmi tesi tra pilastro e pilastro, a reggere la balaustra dei matronei, ma non hanno una funzione di sostegno ma solo di tamponamento.

Il gruppo di colonne istoriate che reggono il ciborio sull'altar maggiore, riproducono modelli paleocristiani, con citazioni anche ricalcate, sebbene magari ricontestualizzate o anche fraintese. Questo revival appositamente ricreato è da inquadrare nel desiderio di Venezia di riallacciarsi con l'epoca di Costantino assumendosi l'eredità dell'Imperii christiani dopo aver conquistato Costantinopoli.

Le navate laterali avevano anticamente delle gallerie con pavimenti lignei che le coprivano, secondo i modelli tipicamente orientali, che vennero ridotte a strettissimi passaggi balaustrati per permettere di ammirare i mosaici delle volte anche dal basso.

I mosaici più antichi sono quelli dell'abside (Cristo pantocratore, rifatto però nel XVI secolo, e figure di santi e apostoli) e dell'ingresso, realizzati alla fine dell'XI secolo da artisti greci, affini ai mosaici, per esempio, nella duomo di Ravenna o nella chiesa di San Giusto di Trieste. I restanti vennero aggiunti a partire dalla seconda metà del XII secolo da artisti veneziani.

In linea di massima l'atrio presenta Storie dell'Antico testamento e le tre cupole sull'asse longitudinale presentano apoteosi divine e cristologiche, mentre gli arconi relativi presentano episodi dei Vangeli. La Cupola della Pentecoste venne realizzata entro la fine del XII secolo, forse riproducendo le miniature bizantine di un manoscritto della corte bizantina; la cupola centrale è detta dell'Ascensione, mentre quella sopra l'altare maggiore dell'Emanuele, e furono decorate dopo quella della Pentecoste.

Il transetto nord, realizzato in seguito, ha la cupola dedicata a San Giovanni e Storie della Vergine negli arconi. Quello sud è decorato nella cupola da Fatti della vita di San Marco e negli arconi da figure di santi. In queste opere e in qquelle coeve della tribuna gli artisti veneziani introdussero sempre maggiori elementi occidentali, derivati dall'arte romanica e gotica.

Più tardi sono i mosaici delle cupolette di Giuseppe e di Mosè, nel lato nord dell'atrio, probabilmente della seconda metà del XIII secolo, dove si cercano effetti grandiosi con una riduzione delle scenografie architetoniche in funzione della narrazione.

Le ultime decorazioni musive sono quelle della Cupoletta Zen (angolo sud dell'atrio), dove avrebbe operato di nuovo un maestro greco di notevole perizia.

Uno dei tesori più straordinaria della basilica é la Pala d'oro, una grandiosa opera di oreficeria prodotta nel X secolo ed arricchita a ondate successive fino al XIV secolo. Questo grande paliotto in oro, argento, smalto, e pietre preziose, contiene pezzi pregiatissimi, tra i vertici dell'arte bizantina del tempo, la cui realizzazione richiese un notevole virtuosismo tecnico, con l'uso della tecnica cloisonné. La pasta vitrea usata è sottilissima e lascia intravedere il fonso pure coperto di oro.